Rules of Wing Chun - Insegnare è conoscere i propri limiti -
Il Wing Chun Kuen o Ving Tsun, come lo preferiva chiamare Sigung Wong Shun Leung, è una fantastica arte marziale forse la più sofisticata che sia stata concepita, ma per mantenere questa sua prerogativa, questa "scienza del combattimento", ha bisogno di un continuo confronto per svilupparsi ed evolversi.
Non ha niente di mistico, ne di sovrannaturale, è un’arte marziale, un'arte per combattere, ma è stata ideata e sviluppata da esseri umani e come tale ha i suoi pregi e i suoi difetti. Diffidate di tutti quegli insegnanti che con promesse, programmi infiniti, pacche sulle spalle ecc. ecc. ti legano a loro o alla propria scuola o al nome dello stile che praticano, come fossero i soli depositari, perchè non è vero, è una balla! La loro è semplice arroganza contornata dall'immatura volontà di limitare l’arte marziale stessa e dall'incapacità di insegnare.
E' un ciclo naturale che l'allievo superi il proprio maestro, di certo non come esperienza, ma come stamina, voglia di fare e di crescere, voglia di confrontarsi e mettersi alla prova. I veri maestri invogliano i propri allievi, li stimolano a provare nuove esperienze non gli accorciano il guinzaglio per paura che questi vadano a mangiare in un'altra ciotola. Un maestro insegna, l’allievo apprende: questa è la regola, ma se dopo 10 anni, non hai ancora capito cosa stai facendo, beh, forse ti sei legato al maestro sbagliato.
Il fine ultimo di un maestro dovrebbe essere quello di fare in modo che l’allievo diventi più bravo di lui. La stessa abilità acquisita dall’allievo da pregio e importanza sia al suo maestro, sia alla sua scuola.
Quando invece il maestro non accetta, ne riconosce le abilità acquisite dal proprio l’allievo, lo scredita e lo deride, senza nemmeno metterlo alla prova o "assaggiarlo", e il più delle volte si comporta così, perchè ha paura di dover scendere dal proprio "sgabello", non solo porta al declino morale di tutto ciò che gli ha insegnato, ma offende anche la memoria del suo insegnante e la sua tradizione. Questa persona non si può considerare un vero maestro.
Un buon maestro dovrebbe vantarsi del proprio allievo, non preoccuparsene, perché il rispetto tra i due è lo stesso che vi è tra padre e figlio, e questo non dovrebbe mai essere dimenticato.
Un allievo sincero tratterà sempre il suo insegnante come fosse suo padre.
C'e' un vecchio detto cinese che dice: "Se io do una moneta a te e te dai una moneta a me, entrambi avremo una moneta, ma se io do un'idea a te e te dai un'idea a me, allora entrambi avremo due idee".
Non dimenticate ciò che fino ora avete imparato. Quando iniziate un nuovo stile, mettete da parte la vostra esperienza ed impegnatevi su quanto state facendo, con il tempo si avranno tutte le risposte.
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